Il Myanmar è lo stato indocinese più esteso del Sud Est Asiatico.
Il meno sviluppato.
Uno dei potenzialmente più ricchi, ma di fatto tra i più poveri.
Quello notoriamente più conflittuale e tristemente noto ai giorni nostri per le sanguinose rivolte interne.
Per visitare la Birmania è necessario richiedere per tempo un visto turistico, che vi verrà rilasciato o no, a insindacabile giudizio delle autorità competenti, con validità di 1 solo mese.
Solo recentemente questo stato, governato da una rigida giunta militare ha aperto le proprie porte ad un ancor limitato flusso turistico.
Ma a maggior ragione visitare questa terra ancora immutata nella fisionomia e culturalmente, può essere una delle esperienze più emozionanti per un viaggiatore come me.
Vi anticipo che per visitare e vivere a pieno questo paese sono necessari almeno 15/20 giorni, un po' perché il viaggiare "on the road" è alquanto difficoltoso sia per la carenza di infrastrutture, quali strade asfaltate e ferrovie, sia perché le distanze tra i diversi punti d'interesse sono notevoli.
Non solo, i voli interni sono piuttosto dispendiosi, all'incirca 100$ a tratta, e infine perché ci sono numerose località paesaggisticamente e culturalmente completamente differenti tra loro che è d'obbligo vederne più di una.
Contrariamente a quanto appena affermato il mio breve viaggio in questo paese è programmato per la sola durata di 5 giorni.
Ovviamente mi pentirò non appena atterrata di non essermi adeguatamente informata e organizzata per trascorrere un periodo più lungo in Birmania.
Le tappe in programma sono 2.
Yagoon, ex capitale del paese nonché sede della Shwedagon Zedi Daw Pagoda, uno stupa dorato alto 98 metri, e Bagan, importantissimo sito archeologico e Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
La pagoda si trova ad ovest del lago reale sulla collina di Singuttara, di conseguenza domina il profilo della città. È la pagoda buddista più sacra per i birmani con le reliquie dei quattro Buddha conservati dentro: il sostegno di Kakusandha, il filtro d'acqua di Konagamana, un pezzo dell'abito di Kassapa e otto capelli di Gautama, il Buddha storico di Bagan.
È una città sacra sopra la città.
Monaci, fedeli, turisti di tutto il mondo si perdono, s'incantano, pregano e s'incontrano tra le guglie dorate di questo luogo surreale.
La città di Yagoon appare come una vecchia signora decadente e lacerata ma pur sempre affascinante.
La fisionomia degli antichi palazzi coloniali dai colori accesi lascia immaginare un passato florido e regale, ormai dimenticato, perduto, distrutto.
Ma il Myanmar è anche un paese forte, fatto di studenti, monaci, uomini e donne che lottano e credono in un possibile cambiamento.
Per una panoramica visione della città vietato non prendere l'unico treno che aggira Yagoon e porta fuori di essa.
Basta fare poche fermate a bordo di questo vecchissimo locomotore per sentirsi davvero un tutt'uno con la realtà locale.
Tutti in carrozza, senza biglietto, senza porte, senza vetri, senza sedili, si sale e si scende quasi in corsa, si viaggia all'avventura!!
EMOZIONE PURA!
Bagan, ovvero la valle antica dei templi è la seconda tappa del mio viaggio.
Raggiungibile con un volo interno di circa 2 ore (aeroplani bimotore, tariffa standard, aereoporti non proprio moderni ma "caratteristici", pasto servito a bordo...insomma state tranquilli...per arrivare, arrivate..non chiedetevi altro, sarà un'avventurosa sorpresa! -sconsigliato ai deboli di cuore- ).
Bagan è uno dei posti più incredibili e unici che abbia mai visitato.
Le rovine di Bagan ricoprono una superficie di quasi 10 chilometri quadrati. La maggior parte dei suoi edifici furono costruiti fra il 1000 e il 1200, quando Bagan era la capitale del primo impero birmano.
Oltre 10000 stupa furono edificati in soli 250 anni.
Ovunque vi giriate ne vedrete a perdita d'occhio intorno a voi.
È possibile accedere quasi in tutti, e salire sulle sommità dei più grandi per perdervi nel paesaggio rosso rame dall'alba al tramonto.
Affittate una bicicletta e perdetevi nella sacralità di questo luogo dal fascino ancestrale.
Occhio però a portare con voi acqua e cappello, nella stagione secca le temperature superano i 40º e vi sembrerà di essere nel deserto.
Il piccolo centro di Bagan è caratterizzato da ristorantini a conduzione familiare in cui si mangia divinamente, piccole botteghe di artigianato dove acquistare tele dipinte e ombrelli di carta ... E poco altro...
Ma la tranquillità e la pace che si respira è assolutamente rilassante.
Se volete concedervi il 'lusso' di una gita fuori porta, affittate un driver e fatevi condurre al Monte Popa attraverso un salto all'indietro di almeno 100anni.
Dove la terra, il fuoco, e la natura sono tutto, sono vita, sono un tutt'uno con l'uomo.
Dove la modernità, forse grazie a dio, non ha ancora tolto il sorriso a chi non ha tutto e vive in armonia con il 'niente'.
Dopo almeno 2ore di viaggio attraverso la il paesaggio birmano arriverete al Monte Popa un vulcano inattivo alto circa 1500mt, sulla cui sommità si erige un tempio luogo sacro considerato l'Olimpo Birmano, perché dimora dei Nat, una sorta di spiriti. Da qui si gode una gran vista della vallata e c’è una certa pace. Tuttavia, in fondo in fondo, l’attrazione più interessante del luogo sono i 7700 scalini da salire sotto l'assalto di scimmie scatenate.
Una meta inusuale e inconsueta da vivere senza alcuna aspettativa, se non quella di lasciarsi rapire, stupire e conquistare dalla pace a cui ambisce attraverso i suoi contrasti.