21 novembre 2015

Make Love not War! (Ita/eng)

Negli ultimi 2 anni ho vissuto all'estero, come "clandestina" privilegiata.
Io, donna, bianca, sola, cattolica, europea e senza un regolare permesso di soggiorno, in un una delle zone del mondo a prevalenza islamica. 
Sono una Expat, una Boulè..un'extracomunitaria per il paese in cui ho scelto di vivere e in cui ad oggi non ho diritti.
Eppure non sono mai stata discriminata, emarginata o incasellata in una categoria di appartenenza. 

In gran parte del sud est asiatico, paesi in forte via di sviluppo, ma a tutt'oggi per i nostri parametri, classificati come, se non terzo, "secondo mondo"; cattolici, musulmani, induisti, buddisti, spiritisti ecc ecc vivono e convivono pacificamente.

Credo che l'ABC dell'emancipazione della razza umana si basi sul dato di fatto che la distinzione tra persone buone, cattive o medie, si evinca dall'operato delle stesse e non sia una connotazione derivante dal credo religioso o dal colore della pelle.

Ora volete farmi credere che siete realmente convinti che la guerra, perché di tale si tratta, che è in atto ormai da anni, nella "nostra" sviluppata, moderna, civilizzata, ed emancipata fetta di mondo sia realmente di natura religiosa? 

Che siete realmente all'oscuro dei bombardamenti ONU che da anni, in nome della pace si susseguono quotidianamente in medio oriente?

Siete davvero convinti che la terra vi appartenga?

Siete davvero disposti a sostenere con la vita dei 'vostri' soldati e il sangue di migliaia di innocenti i principi di una guerra di cui non conoscete nè le cause nè gli intenti? 

Intendete realmente appendere al chiodo quelle belle bandiere multicolore che fino all'altro giorno sventolavano appese ai vostri balconi, e che ora forse un po' sbiadite non sono più di "moda"?!

Ho mangiato alla tavola di fratelli musulmani, e dormito in case infestate da spiriti induisti.
Meditato e pregato al fianco di monaci buddisti.
Discusso e contrastato i dogmi dei miei "amici" preti. 
Non mi sono ammalata, nè convertita, nè rincoglionita, nè morta. 
Sono più viva e più ricca che mai. 

Questa terra non ci appartiene, le frontiere e i confini tracciati sulle cartine sono solo pure convenzioni e linee immaginarie. 

Viaggiate, allargate i vostri orizzonti, vivete all'estero secondo altri usi e costumi, fateli vostri, uscite dalle trincee dei limiti mentali e spaziali, ospitate gente nelle vostre case di cemento armato, e fatevi ospitare in capanne di paglia e fango nel mezzo del niente del mondo. 
Mangiate tutti i cibi, cucinate per chi cibo non ne ha, parlate con chi è diverso da voi, con chi la guerra l'ha vissuta,non pendete dai telegiornali, ascoltate i vecchi, leggete, confrontatevi con chi ha idee differenti, cercate la verità, non abbiate PAURA, sperimentate, mettetevi in discussione. 
E soprattutto sostenete la PACE, mai la Guerra.

(Photo. #kiaraontheroad 
Birmania - Myanmar 2014)


-------------ENGLISH-----------

In the last two years I have lived abroad, as "illegal" privileged.
I, woman, white, single, Catholic, European and without a valid residence permit, in one of the world's predominantly Islamic.
Are an Expat, a Boulè..un'extracomunitaria for the country where I have chosen to live and where to date I have rights.
Yet I have never been discriminated against, marginalized or pigeonholed into a category.

In much of the southeast Asian countries rapidly developing, but to date for our parameters, classified as, if not third, "second world"; Catholics, Muslims, Hindus, Buddhists, Spiritualists etc. etc. live and coexist peacefully.

I think the ABC emancipation of the human race is based on the fact that the distinction between good people, bad or average, it can be inferred by the work of the same connotations and is not derived from religion or skin color.

Now you want me to believe that you are really convinced that the war because of this it is, that is in place for years now, in "our" developed, modern, civilized and emancipated part of the world is actually religious in nature?

Are you really convinced that the land belongs to you?

Are you really willing to support the lives of your soldiers and the blood of thousands of innocent people the principles of a war that does not know neither the causes nor the intent?

You really mean to hang nail those beautiful multicolored flags that until the other day were waving hanging from your balconies, and now perhaps a bit 'faded are no longer "fashionable" ?!

I ate at the table of fellow Muslims, and slept in homes infested with spirits Hindus.
Meditated and prayed alongside Buddhist friends.
Discussed and opposed the tenets of my "friends" priests.
I was not sick, neither converted nor stoned, nor dead.
They are more vivid and richer than ever.

This land does not belong to us, frontiers and boundaries drawn on maps in mere conventions and imaginary lines.

Traveling, broaden your horizons, you live abroad according to other customs and traditions, make them yours, exits from the trenches of mental limitations and space, hosting people in your houses of reinforced concrete, and let sleep in huts made of straw and mud in the middle of nothing in the world.
Eat all the food, cooked food for those who do not, talk to those who are different from you, not currently pending by the news, listen to old, read, compare yourself with those who have different ideas, seek the truth, do not be AFRAID, experiment, make yourself in discussion.
And most of you support the PACE, never the war.

(Photo. #kiaraontheroad
Burma-Myanmar 2014)

11 novembre 2015

Penang - George Town but just for a w-e

Penang, George Town, ma giusto per un w-e. 



George Town è sicuramente una città che, nel caso vi troviate in Malesya, merita una visita. 
Giusto per la durata di un w-e. 
Il suo punto forza sono gli originali e artistici murales, sparsi qua e là per le vie del centro , sulle facciate delle case o all'interno di bar e hotel, in vicoli strettissimi e dimenticati o là dove magari neanche andreste a cercarli se non guidati dalla fiumana di turisti che come voi, seguono il gregge.


È un pó come giocare ad una " caccia al tesoro" alla scoperta di un dipinto più o meno grande, recente , o famoso con cui giocare ad immortalarsi in una foto ricordo animata.


La città di per se non riserva grandi sorprese architettoniche o storiche da visitare. 
Fatta eccezione per le architetture di epoca coloniale e qualche antica casa malese convertita a museo, in  memoria di un passato più benestante e glorioso. 



Meta di backpackers e turisti di passaggio, lo standard degli alloggi è o piuttosto basso qualitativamente o piuttosto caro economicamente parlando. 
Purtroppo non eccelle per livello di pulizia o cura della città, ma sicuramente risulta interessante per gli amanti dello street food e del cibo asiatico di influenza cinese. 
I pasti migliori personalmente li ho consumati o in mezzo alla strada nei night Market, o in qualche foodcourt estremamente locale e per nulla frequentata dai turisti. 



Nonostante affacci sul mare, le poche spiagge raggiungibili dalla città non sono degne di nota. 
Meglio spendere qualche ora in più di viaggio per raggiungere Langkawi o le ancora poco conosciute isole Perentian, dove il mare sí, è degno di nota.


La Malesya è uno stato in costante via di sviluppo e modernizzazione, quindi la speranza è che i suoi abitanti imparino ad avere più rispetto ecologico e culturale per i beni di cui sono circondati. 
 
Qualche consiglio pratico:
Prelevate denaro contante, in molti attività commerciali, bar, ristoranti  e hotel inclusi, non vi sarà possibile pagare con c/c.
Preferite al classico hotel un soggiorno in una casa malese ristrutturata e possibilmente a conduzione familiare, sicuramente la condivisioni degli spazi, il cibo che vi verrà proposto per colazione, o le chiacchiere che scambierete coi suoi proprietari vi faranno per lo meno assaporare una realtà culturale antica e piú verace.
Non abbiate paura di sperimentare il cibo locale di strada, non vi succederà nulla, sopravviverete, spenderete poco e niente, e sopratutto vi risparmierete del pessimo cibo western. 
E per finire tornare un pó bambini, sbizzarritevi ad entrare a vostro modo in quei murales per renderli unici, allora sì che venire fin qua avrà avuto un senso! 





8 novembre 2015

You really can change lives?

È davvero possibile cambiare vita? 

Chi non ha mai pensato almeno una volta nella vita: "basta! Ora mollo tutto e vado via! Lascio il lavoro, mando "a quel paese" quel cretino del mio capo, e mi trasferisco quì, lì, o altrove..
Anzi "a quel paese" ci vado io!
Viaggio, finché non trovo il mio posto nel mondo, m'invento un lavoro, vado a raccogliere banane in Australia, passo i prossimi due mesi in India in un kibbutz a meditare, mi vendo la monovolume, compro una moto e mi faccio tutta l'America on The road.." 

Quante volte nell'arco delle 8 ore di ufficio, fabbrica o  cassaintegrazione ci pensiamo? E quanto diamo realmente retta a quella vocina dentro la nostra testa che ci stuzzica così? 
Ma soprattutto è davvero possibile lasciare tutto e ricominciare altrove? 

Dopo quasi 3 mesi in giro per l'Asia, di cui buona parte trascorsi a Bali, ancora oggi mi chiedo: "avrò fatto la pazzia giusta?"
Ce la farò? Sto realizzando il mio sogno? O meglio, sto lavorando realmente con tutte le mie forze al mio progetto?

"Niente è mai facile!". (Cit.) 
Ma "tutto è possibile", aggiungo io.

Non è facile la partenza, nè l'arrivo, non è facile il tragitto che c'è nel mezzo, niente è immediato o esattamente semplice come ce lo eravamo immaginato. 
Gli ostacoli, i ripensamenti, le paure e gli sbagli sono all'ordine del giorno.

Ma anche le sorprese, le soddisfazioni e le rivalse arrivano inaspettate e sono illuminati. 

Se faccio un bilancio ad oggi, mi ritengo fortunata. 

Tralasciando qualche sfiga, ho incontrato più persone disponibili e pronte ad aiutarmi che indifferenti. 

Ho ricevuto aiuto, ospitalità, amicizia,  dritte, contatti, offerte di lavoro, soldi in prestito, traduzioni simultanee, indicazioni stradali, baci, passaggi in auto, consigli, cibo, birrette ghiacciate...da Italiani, Spagnoli, Tedeschi Australiani, Argentini, Americani, e chi più ne ha più ne metta...

Ma soprattutto dai LOCALS ho ricevuto tanto, in Vietnam, come a Bali, come in Cambogia, gli abitanti del posto sono stati sempre i più disponibili! 
Con i loro sorrisi, gli sguardi stupiti, con il loro inglese incomprensibile, a gesti, attraverso una risata mi hanno sempre teso in aiuto le loro mani consumate dal lavoro.
Mi hanno fatto sentire a casa, una di loro, di famiglia.
Meno hanno e più danno! 


Con un sorriso e tanta umiltà puoi aprire più porte che con una banconota da 100.

Non sono che all'inizio del percorso che ho intrapreso. 
Ci sono giorni che vado a mille, e giorni che mi sembra di arrancare. 
Ma ancora non ho perso la voglia di provarci. 
Non so davvero dire dove mi porterà la strada che ho imboccato, e non so ancora dire se è possibile "cambiare" vita, ma una cosa è certa, questa vita sta cambiando me. 

You really can change lives?

Who has not thought at least once in your life: "Enough! Now drop everything and go away! I leave work, I send" to hell "that idiot of my boss, and I moved here, there, or anywhere else ..
Indeed, "to hell" I'll go!
Trip, until I find my place in the world, a job, I'm going to collect bananas in Australia, step the next two months in India on a kibbutz to meditate, I sell the minivan, I buy a motorcycle and I do all the 'America On The Road .. "

How many times during the eight hours of the office, the factory laid off or we think? And what we really listen to that little voice inside your head that teases us so?
But above all it is really possible to leave everything and start over elsewhere?

After almost 3 months traveling around Asia, much of which is spent in Bali, I am still wondering: "I made the crazy right?"
I'll make it? I am realizing my dream? Or rather, I'm working really with all my strength to my project?

"Nothing is ever easy." (Cit.)
But "everything is possible", I might add.

It is not easy to start, nor the arrival, it is not easy the way it is in the middle, nothing is straightforward or simple as exactly there we were imagined.
Obstacles, thoughts, fears and mistakes are commonplace.

But also surprises, satisfactions and revenge come unexpected and are illuminated.

If I make a budget today, I consider myself lucky.

Leaving aside some bad luck, I met more people available and ready to help me than indifferent.

I received help, hospitality, friendship, tips, contacts, jobs, money borrowed, simultaneous translations, directions, kisses, passages by car, tips, food, ice cold beers ... as Italian, Spanish, German Australians, Argentines , Americans, and so on and so forth ...

But above all by LOCALS I received so much, in Vietnam, as in Bali, as in Cambodia, the locals were always more available!
With their smiles, looks amazed, with their incomprehensible English, gestures, through laughter they have always tended to help their hands worn from work.
They made me feel at home, one of them, family.
They have less and give more!


With a smile and humility you can open more doors with a 100 bill.

These are but the beginning of the path that I have undertaken.
There are days that I go to a thousand, and that day I seem to trudge.
But I have not lost the desire to try.
I can not really say where I will lead the way that I am headed, and I do not know if you can say "change" life, but one thing is certain, this life is changing me.